CHI SIAMO.COSA FACCIAMO
Il regista Pulieri Adriano è il responsabile artistico e tecnico di un’opera audiovisiva che può essere cinematografica, televisiva, teatrale. Dirige gli attori e coordina il set, controllando il lavoro dei collaboratori, imposta e dirige le riprese e le inquadrature: è sovente considerato il vero e proprio autore di un film.
Pulieri Adriano, regista cinematografico italiano, è noto per la sua carriera nel mondo del cinema. Ha lavorato come regista e produttore di film e programmi televisivi. Inoltre, è docente di regia. La sua passione per il cinema lo ha portato a creare opere significative che hanno lasciato un segno nell’industria cinematografica. Se siete interessati a scoprire di più sulle sue opere, potete trovare ulteriori informazioni sulla sua carriera e filmografia.
Quali sono le condizioni di lavoro?
Il REGISTA agisce ed opera per conto delle società di produzione, con contratto professionale a tempo determinato.
Per quanto riguarda la parte operativa, l’orario di lavoro è quello della troupe, ma si allunga di molto per le varie componenti più propriamente creative che si sviluppano prima, durante e dopo le riprese. I ritmi di lavoro sono molto intensi ma alternati a periodi di stasi tra una produzione e l’altra (anche prolungati). A livello retributivo esiste una forte variabilità: un REGISTA di cinema percepisce per la sua prestazione un compenso generalmente più elevato rispetto al REGISTA televisivo e a quello teatrale.
Gli ambienti di lavoro sono i teatri di posa, i set esterni o gli studi televisivi.
Per i programmi televisivi, il REGISTA lavora nella “regia video”, una sala isolata acusticamente dove si trovano i monitor (nei quali arrivano le immagini riprese dalle singole telecamere e il cui numero varia da programma a programma) che consentono la scelta delle inquadrature e delle sequenze. Nella sala di regia vi sono tutte le apparecchiature necessarie, a partire dal mixer.
Per le produzioni televisive esterne agli studi, si utilizza la regia mobile, solitamente allestita su automezzi adattati allo scopo.
Dato il ruolo di guida che svolge nella realizzazione di una qualsiasi produzione per il cinema o la televisione, il REGISTA collabora con tutti coloro che sono impegnati sul set. E’ sempre affiancato dall’aiuto regista e dagli assistenti, si coordina con scenografo, costumista, sceneggiatori/autori e con il direttore della fotografia. Fondamentale è inoltre il rapporto tra il REGISTA e il montatore nel momento in cui, concluse le riprese, si devono effettuare le attività di montaggio del film. Nelle trasmissioni televisive è in contatto diretto con i cameramen e con l’assistente di studio.
Regia cinematografica
La regia cinematografica è la direzione del film, intesa sia dal punto di vista tecnico sia da quello artistico. La similitudine più immediata, ma parziale, è quella con la regia teatrale. Alla regia spetta la concettualizzazione e la definizione delle modalità narrative, espressive, estetiche, tecniche e realizzative del film. Il regista quindi è l'autore che dirige l'apparato realizzativo di un film, o di un prodotto audiovisivo in genere, coordinando il proprio lavoro con quello degli altri coautori e collaboratori (sceneggiatore, direttore della fotografia, montatore, scenografo...). È al regista che viene riconosciuto il ruolo di autore del film nel suo complesso.
Il ruolo del regista varia nel cinema europeo e in quello statunitense. Mentre l'industria hollywoodiana tende a circoscrivere la regia soprattutto alla messa in scena del film, quindi al lavoro sul set con gli attori e con i tecnici, il cinema europeo e sovietico incarna nel regista l'autore ed il facitore del film, con maggior risalto all'aspetto artistico. Fatta questa premessa, comunque il lavoro del regista non inizia mai con le riprese ma prevede una lunga preparazione, spesso già in fase di scrittura della sceneggiatura, continuando attraverso la direzione degli attori e la direzione delle riprese, e poi fino al montaggio.
Volendo soffermarci più sull'iter prettamente produttivo e imprenditoriale, potremmo semplicisticamente e molto approssimativamente definire la regia come il lavoro mediante il quale dalla sceneggiatura si passa al film, ossia "dalla carta allo schermo". Ha a che vedere con le scelte artistiche e visive della narrazione filmica, il contenuto delle inquadrature, e l'interpretazione degli attori.
Sceneggiatura
La sceneggiatura è un testo strutturato in titolo di scena, descrizione e dialoghi; esso è destinato ad essere girato o filmato, per diventare quindi un film. Costituisce il primo e fondamentale passo nella realizzazione di tutte le opere cinematografiche, di fiction televisive (la cui sceneggiatura viene chiamata sceneggiatura televisiva) e anche di cartoni animati. È una forma di narrazione in cui i movimenti, le azioni, le espressioni e i dialoghi dei personaggi sono descritti in un certo formato. Lo sceneggiatore è l'autore che la scrive.
Gli sceneggiatori sono responsabili della ricerca della storia, dello sviluppo della narrazione, della scrittura della scena, del copione, dei dialoghi e della consegna, nel formato richiesto. Gli sceneggiatori hanno quindi una grande influenza sulla direzione creativa e sull'impatto emotivo della sceneggiatura e, probabilmente, del film finito. Gli sceneggiatori propongono idee originali ai produttori, nella speranza che vengano opzionate o vendute; o sono incaricati da un produttore di creare una sceneggiatura da un concetto, una storia vera, un'opera cinematografica esistente o un'opera letteraria, come un romanzo, una poesia, un'opera teatrale, un fumetto o un racconto.
Sul set
Normalmente, vi sono diverse prove di recitazione per gli attori, precedenti o già sul set, dalla lettura a tavolino all'uso di controfigure e cascatori secondo i diversi stili di regia che vanno da un'interpretazione rigorosa della sceneggiatura all'improvvisazione, ovvero dal ripetere senza varianti le battute previste al recitare a canovaccio. Allo stesso tempo il regista, in consultazione con il direttore della fotografia, decide l'angolazione e la lunghezza focale da cui riprendere, guardando nella cinepresa (o nella telecamera) o utilizzando un mirino esterno. Lo stesso avviene con il piazzamento dei microfoni per la registrazione del sonoro. Stabiliti i piani di messa a fuoco e la profondità di campo necessaria al movimento dell'attore (o al contrario, secondo la preferenza del regista, aggiustato il movimento dell'attore a quello della macchina da presa), il regista dà l'ordine di far partire la scena dicendo tradizionalmente la sequenza di comandi: "silenzio" (al quale segue un cicalino e l'illuminazione di una lampada di servizio per far tacere tutti i rumori e impedire l'accesso al luogo di ripresa), "motore" (al quale segue l'avvio delle macchine di ripresa visive e sonore, confermato dagli addetti con la risposta "partito"), "ciak" (al quale segue l'uso del ciak atto a numerare le inquadrature e sincronizzarle con il sonoro) e "azione" (che fa partire effettivamente la scena con i movimenti degli attori e degli oggetti e della macchina da presa). Finita (o interrotta per qualche errore o incidente) la ripresa il regista dà lo "stop".
Anche se per molti anni si è girato al buio, rimandando alla visione dei giornalieri la sera in sala di proiezione, la decisione finale su quale sia la migliore ripresa delle varie ripetizioni, oggi è più solito controllare con monitor e auricolari durante la ripresa, e spesso anche subito dopo con la registrazione video di servizio (nonostante magari si stia girando in pellicola), la qualità del risultato prima di passare all'inquadratura successiva.
La pre-produzione
La pre-produzione è la fase in cui si prepara la realizzazione di un film, di uno spettacolo teatrale, di un concerto o comunque di un'opera di ingegno, prima che entri nella sua fase esecutiva.
Nel caso di una produzione cinematografica, si entra in fase di pre-produzione a seguito dello "sviluppo del progetto", il quale consiste nel reperimento dei fondi necessari, nella scrittura della sceneggiatura e nell'individuazione delle "figure chiave", ossia gli attori principali, il regista e il direttore della fotografia. Quando i finanziatori decidono che si possa procedere, si dà inizio alla pre-produzione, la quale durerà fino all'inizio delle riprese (fino cioè all'inizio della lavorazione.
La realizzazione del film
Basandosi ancora sulla sceneggiatura, il regista decide il tipo di inquadratura e di sonoro in presa diretta (spesso anche in caso di doppiaggio successivo, laddove la registrazione funziona da colonna guida), la durata delle sequenze, l'ambientazione, il modo in cui attori e comparse devono interagire tra loro e con il set, al fine di costruire una storia credibile e coerente affinché lo spettatore possa seguire con piacere (e con sorpresa o affezione e immedesimazione) la vicenda narrata dall'autore della sceneggiatura.
La post-produzione
La post-produzione è l'ultima fase della produzione cinematografica. Segue la lavorazione, in cui il film viene girato, e precede la distribuzione al pubblico del prodotto finito. Anche nella fotografia si parla di post-produzione alla fine di riprese cinematografiche.
La post-produzione è composta di una serie di differenti processi, riguardanti sia la parte visiva che quella sonora. In questa fase è fondamentale la figura del direttore di edizione (che con la digitalizzazione del cinema il suo ruolo è divenuto più ricco e imprescindibile, e sempre più spesso ha assunto le denominazioni di coordinatore della post produzione e supervisore della post produzione) che coordina i lavori e al quale competono anche i titoli di testa e i titoli di coda. Egli inoltre, organizza le proiezioni di prova, gestisce i rapporti con le varie aziende specializzate, si occupa di alcune questioni legali, fino alla spedizione del film ai distributori. Le componenti principali della post-produzione sono:
il montaggio del film (con la moviola o più comunemente con le tecniche digitali);
la registrazione delle musiche, nel caso non siano già pronte o si voglia sincronizzarle alla perfezione col film montato (ad esempio per sottolineare una scena importante);
la creazione degli effetti speciali visivi (ad esempio utilizzando le tecniche di animazione.
Le riprese consequenziali, conosciute anche come riprese back to back, sono una pratica di lavorazione che permette di realizzare simultaneamente due film di una serie cinematografica, influendo sulla spesa di produzione così da ridurne drasticamente i costi. Solitamente una casa di produzione decide di optare per questa pratica quando un film si rivela un grande successo finanziario e commerciale.
Doppiaggio
Il doppiaggio è un processo di post-produzione utilizzato nella produzione di film e video in cui le registrazioni aggiuntive o supplementari vengono sincronizzate con le labbra e missate con il suono di produzione originale per creare la colonna sonora finita, in modo da rendere l'opera comprensibile nel paese di diffusione. Viene quindi sostituita la voce originale di un attore, o di un personaggio, con quella di un doppiatore. Gli ambiti in cui è maggiormente utilizzato sono il cinema, la televisione, l'animazione e la pubblicità (messaggi radiofonici o televisivi) ma anche altre opere.
Regia televisiva
La regia televisiva è l'organo di controllo, coordinamento e selezione delle riprese televisive. In una postazione che può essere fissa nel dietro le quinte di uno spettacolo o telegiornale o mobile, in un pulmino o stazione mobile sat - il regista ha davanti a sé una serie di monitor corrispondenti alle telecamere disposte sul luogo dell'evento. La regia televisiva comprende un'area che si occupa del controllo tecnico, ovvero di verificare in tempo reale che tutti gli standard e i livelli delle immagini siano corretti, un'area che si occupa della parte audio con tutte le fonti che ad essa competono: microfoni, linee audio in ingresso ed uscita, distribuzione del segnale audio a tutti i referenti, dal monitoraggio all'uscita in caso di invio su vettori satellitari o registrazioni nelle varie macchine preposte. Il collegamento avviene tramite cavo o rete.Solitamente coadiuvato da un paio di assistenti, il regista televisivo ha la responsabilità di controllare e scegliere l'inquadratura migliore al momento opportuno. Può richiedere via radio agli operatori una variazione di posizione o inquadratura, valutandone l'anteprima sui monitor e successivamente selezionandola per la messa in onda. Parimenti alla messa in onda la tecnologia consente la registrazione in tempo reale delle riprese di tutte le postazioni, permettendo instant replay con cambi di inquadratura. Davanti al regista e ai suoi collaboratori vi è un largo bancone contenente i controlli manuali delle sorgenti audio/video.
Regia televisiva dello sport
Caratteristica fondamentale di ogni diretta televisiva è la contemporaneità tra lo svolgimento dell'evento e la sua fruizione televisiva. Ovvero, la ripresa in diretta omologa il tempo televisivo al tempo reale. Nel caso della diretta dell'avvenimento sportivo, la durata della ripresa televisiva equivale a quella dell'evento o della performance sportiva. A corollario della identità tra tempo televisivo e tempo reale, bisogna dire che la ripresa televisiva ha una consecuzione temporale obbligata in ogni sua fase. Nella gara dei 100 metri, lo start precede la corsa che a sua volta precede il finish: altrettanto avviene nella ripresa televisiva. Solo nella fiction, con la ricostruzione del racconto, il risultato può precedere la successione obbligatoria delle fasi e la loro durata può essere modificata.
Nella complessità della produzione dei grandi eventi, bisognerà distinguere tra la regia dell'avvenimento sportivo e la regia di personalizzazione o di integrazione dello stesso. Con la prima, un regista principale realizza l'avvenimento. Con le seconde, ricevendo il segnale internazionale, singoli registi lo integrano o lo modificano per le esigenze del proprio broadcast, contestualizzando l'avvenimento televisivo internazionale nell'ambito degli interessi della propria televisione e del proprio pubblico nazionale. È della prima regia che ci interessiamo, quella dell'evento e non della sua integrazione, nei termini teorici e di procedure che ci sono consentiti.
La regia in diretta dell'avvenimento sportivo consiste nella impostazione della copertura televisiva dell'evento e nella gestione delle sequenze di ripresa offerte dalle telecamere e dai microfoni. La copertura televisiva dell'evento (coverage) avviene in tre fasi. Nella prima, nel corso di un sopralluogo, sulla base della conoscenza dell'evento e del suo sviluppo spazio-temporale, viene stabilito il posizionamento delle telecamere e dei microfoni e si opera la scelta delle ottiche (dai grandangoli ai lungofocali) e dei supporti camera (dai cavalletti alle camere in movimento a terra e in aria). Questa fase riguarda essenzialmente il regista, il direttore tecnico della produzione e il primo cameraman. In alcuni casi avviene con la consulenza di un tecnico della disciplina. Nella seconda fase, quella dell'allestimento dell'impianto tecnico, vengono coinvolti tutti i componenti della squadra, diretti dal direttore di produzione (producer). In questa fase, il regista (TV Director) stabilisce la posizione dei segnali camera sui monitor, spiega la funzione delle camere e l'uso dei replay ai suoi più stretti collaboratori (cameramen, replaysti, tecnico audio e mixer video). La terza fase è quella propria della ripresa (shooting), diretta dal regista dall'interno del pullman di ripresa (outside boadcasting van) davanti ai monitor e consiste essenzialmente nella preparazione e lo stacco (cut), operato sul tempo reale della performance sportiva, delle inquadrature e dei movimenti di camera utili a visualizzare i momenti tecnici ed emozionali dell'evento.
Il sistema di ripresa di ogni avvenimento sportivo in diretta è il risultato della combinazione di tre modi di posizionamento e d'uso delle telecamere. Le telecamere possono essere posizionate:
in successione una all'altra (come avviene, per esempio, in un circuito automobilistico o in una gara di discesa libera, dallo start al finish);
posizionando la camera principale in totale sull'asse centrale del campo e alternandola ai campi stretti di altre telecamere (per esempio per la partita di calcio e per i giochi di squadra);
posizionando le telecamere a gruppi, per gli eventi multidisciplinari (come l'atletica) o staccandole per estrapolazione in quelle discipline dove gli atleti partono uno alla volta (come succede, per esempio, per il golf o il ciclismo a cronometro).
Spesso questi tre sistemi di posizionamento coesistono nella stessa ripresa e, secondo le discipline e le modalità d'uso, uno di essi risulterà essere il principale e uno o gli altri due fungeranno da subordinati.
È nell'esperienza di registi e cameramen che ogni telecamera produca un numero limitato di inquadrature utili, atte a rappresentare gli aspetti tecnici ed emotivi della disciplina e del contesto in cui essa si svolge. Alternando a stacco le immagini sul tempo reale dell'evento, la ripresa consisterà per gran parte in uno o più algoritmi, più o meno complessi, spesso con poche possibilità di variazioni nella successione delle inquadrature. Ad esempio di un algoritmo semplice, si veda quello della pallavolo. All'inquadratura della battuta, il regista farà seguire quella del totale di gioco (da camera alta centrale) e non staccherà più fino al conseguimento del punto; mostrerà poi i giocatori che lo hanno fatto o lo hanno subito; chiamerà un primo e un secondo replay, ma dovrà fermarsi, perché deve di nuovo inquadrare la battuta. Poche variabili si danno a questo algoritmo semplice: il dettaglio di uno schema di gioco, un'espressione prima della battuta, una reazione del pubblico o dell'allenatore o dell'arbitro dopo il punto, ma bisognerà rispettare lo stacco sulla battuta. Ad esempio di un gioco più complesso, ovvero costituito da più algoritmi, si veda il calcio. Stabilito il totale e il campo stretto sulla manovra collettiva e il gioco individuale, nel caso di un fallo, il regista avrà a disposizione le inquadrature del giocatore che lo ha fatto, di quello che lo ha subito e dell'arbitro; nel caso del corner, vedremo chi si appresta al tiro, il portiere che dispone la difesa, i giocatori più marcati, il movimento in area; nel caso del rilancio, avremo a disposizione le inquadrature del portiere, della squadra posizionata, dei giocatori in contrasto aereo e così via. Ogni situazione di gioco (sono circa una decina) è predeterminata nelle immagini e consente poche variabili: la reazione del pubblico, le indicazioni delle panchine, un contrasto tra giocatori senza palla ecc. In partita, il regista utilizzerà una serie di algoritmi noti, costituiti da inquadrature in totale o campi stretti, primissimi piani e dettagli, alternando azioni ed emozioni, ma nel rispetto dei tempi del gioco e delle sue convenzioni di ripresa. Più difficile potrà risultare l'algoritmo di altri eventi sportivi, quale quello complesso di un gran premio di Formula 1. Ma anche in questi casi, sarà possibile riconoscere l'alternarsi di un sistema sequenziale (il giro di pista) con quello ad estrapolazione (il passaggio dai primi al duello o dalla corsa ai box), con quello sull'asse centrale (dal totale dall'elicottero, al campo stretto della macchina, alla telecamera on board) questa volta con una maggiore libertà interpretativa dell'evento, pur sempre obbligata dai tempi reali.
Bisognerà ribadire che posizionamento camere, inquadrature e sequenze, replay e ralenti, sono regolate da standard internazionali, che interpretano convenzionalmente discipline sportive e giochi di squadra, nel rispetto delle regole sportive. Per esempio, è convenzione che la corretta ripresa televisiva di una performance di atletica si imposti sui tre momenti della presentazione, gesto atletico e risultato. Allo stesso modo, è convenzione che la partita di calcio, come generalmente tutti i giochi di squadra, si riprenda con la camera principale collocata alta in tribuna centrale e non, per esempio e come sarebbe teoricamente possibile, alta sull'asse longitudinale e così via. Altre regole disciplinano l'uso dei replay e dei ralenti (che sono una convenzionale rottura dell'assioma “tempo reale = tempo televisivo”), per cui la diretta televisiva ha normalmente la priorità sulla registrazione e il replay o il ralenti viene proposto nei momenti ininfluenti dell'azione sportiva.
Alla ripresa video si associa quella degli effetti sonori del campo di gara, a costituire il cosiddetto suono internazionale. A questo si miscela la telecronaca ad una o più voci, compreso il commento tecnico, a costituire il cosiddetto suono completo. L'apporto grafico e cronometrico completa la ripresa televisiva dell'evento e, in alcuni casi, risulta essenziale alla sua comprensione (per esempio, il cronometraggio nelle corse o la misura nei lanci o l'apporto grafico nella vela).
Infine, nel quadro generale, bisognerà tener conto che le riprese degli avvenimenti sportivi sono propriamente produzioni televisive specialistiche, sulla cui qualità – oltre all'équipe - è determinante la congruità e l'aggiornamento tecnologico degli apparati di ripresa e di trasmissione audio-video.
Scrittura della sceneggiatura
Le sceneggiature possono nascere da idee originali e, in questo caso, vengono denominate "sceneggiature originali", oppure possono essere basate su romanzi, testi teatrali o addirittura su altre sceneggiature e in quest'ultimo caso, trattandosi di adattamenti cinematografici, prendono il nome di "sceneggiature non originali". In ognuno di questi casi, la scrittura della sceneggiatura segue le seguenti fasi di sviluppo:Il soggetto è un'esposizione chiara e piuttosto breve della storia (1-5 pagine). Il trattamento è invece una narrazione più ampia che può assomigliare ad un racconto letterario, con descrizioni di luoghi, motivazioni psicologiche dei personaggi e qualche indicazione di dialogo. La scaletta è la sequenza "tecnica" delle scene, con una brevissima descrizione di quanto accade in ognuna di esse; serve a mettere in evidenza il ritmo e la progressione della storia e le eventuali falle da correggere. La scalettona, sovente chiamata scalettone, è l'ampliamento della scaletta, ed è quindi una fase in cui le scene vengono descritte con molta più precisione. Il prodotto finale, ovvero la sceneggiatura completa di un lungometraggio, supera di norma le 100 pagine.
Quando la sceneggiatura è basata su un romanzo, molto spesso lo si riscrive completamente e in ogni caso si deve necessariamente operare una ristrutturazione della storia. Il romanzo utilizza una modalità di racconto che non può essere trasposta nella sceneggiatura così com'è, per via della diversa durata e del diverso meccanismo di fruizione dell'opera.
Nei film viene talvolta realizzato anche uno storyboard, ovvero una serie di disegni che anticipano alcune inquadrature, così come dovranno apparire sullo schermo. Lo storyboard in realtà viene realizzato da un disegnatore, quando lo sceneggiatore ha consegnato il lavoro e sta probabilmente scrivendo qualcos'altro. È uno strumento pratico che serve al regista e alla produzione per lavorare meglio sul set, preparando solo quello che effettivamente verrà inquadrato, specialmente nelle scene molto complesse; serve a dare un'idea univoca a tutti i componenti della troupe (ovvero il gruppo di persone presenti sul set) di come dovrà venire la scena.
Una forma particolare di sceneggiatura è quella desunta, che è una trascrizione integrale del film ad opera normalmente di cinefili o studiosi. Essa non ha niente a che fare con la produzione del film.
Scenotecnica
La scenotecnica, ovvero "tecnica della scenografia", comprende la totalità delle discipline necessarie al pieno sviluppo dell'azione drammatica. È l'applicazione artistica e tecnica per la costruzione dei macchinari di qualsiasi sorta, da utilizzarsi nella realizzazione di uno spettacolo teatrale o la messa in scena di un film.
Scenografo
Lo scenografo realizza l'idea e spesso crea concretamente tutti gli elementi di scena di una rappresentazione che sia teatrale, televisiva, o cinematografica, ma anche di spazi aperti (come teatri all'aperto o piazze) e allestimenti museali. Per questi motivi la sua figura è in stretto rapporto con figure correlate quali gli attrezzisti e i pittori di scena.
La professione di scenografo implica quindi la conoscenza di numerosi campi dell'arte: disegno, scultura e pittura, grafica, solo per citare le più ovvie, ma anche lo studio dei colori, delle luci, il gusto per la composizione, ma soprattutto la conoscenza dei principi della prospettiva e dell'architettura.
La professione di scenografo fino al primo '900 era legata esclusivamente al teatro e all'allestimento di drammi, opere e balletti, successivamente, con la nascita del cinema e della televisione, la sua figura viene richiesta in questi ambiti, e, negli ultimi anni, anche per la moda e l'allestimento museale dove la scenografia ricopre un ruolo sempre più importante.
L'abilità dello scenografo consiste quindi nel ricreare ambienti, fondali e oggetti adattandoli al contesto, alla filosofia dell'opera, agli spazi, alle attrezzature disponibili, come per esempio può avvenire in un teatro, e non ultimo va considerato il limite di budget, cioè il denaro fruibile per i materiali e la mano d'opera.
Come altre figure dello spettacolo, tra cui l'attore o il coreografo, lo scenografo può avere più o meno libertà di espressione sulla base delle esigenze del regista. Quindi, anche se oggi la sua figura è sempre più indipendente, il lavoro viene comunque svolto in collaborazione con il regista e il costumista.
Non è raro, specie nell'ambito della messa in scena di opere liriche, che le due figure di regista e di scenografo siano rappresentate da un unico soggetto.
Talvolta lo scenografo si occupa anche dei costumi di scena.
Scenografia
La scenografia è un'arte che consiste nell'ideazione di elementi visivi e sonori in uno spettacolo cinematografico, televisivo, radiofonico o teatrale a differenza della scenotecnica che si occupa sostanzialmente della tecnica della scenografia in quanto realizzazione della scena.
Tuttavia, la scenografia e la scenotecnica, sebbene teoricamente rappresentino due ambiti separati, spesso convergono, come discipline, in una stessa figura professionale, lo scenografo, che non soltanto prepara i disegni, o bozzetti, ma realizza materialmente anche le scene nel momento in cui interviene sul progetto e le specifiche tecniche, in collaborazione con lo scenotecnico.
Regia in diretta
La regia in diretta o regia live, è un processo che coordina e controlla le riprese in tempo reale durante una trasmissione televisiva o un evento in diretta. Riguarda la gestione della telecamera, la selezione dei contributi video, l'inserimento di grafica e la supervisione di tutti gli aspetti tecnici per garantire una trasmissione fluida e di qualità.
In pratica, la regia in diretta è il cuore pulsante di un'operazione in diretta, garantendo che tutto funzioni come previsto, dalla scelta delle riprese alla gestione dei contributi video. Si tratta di un lavoro complesso che richiede coordinamento, abilità tecniche e conoscenza delle dinamiche della comunicazione televisiva.